Storia
Nel territorio di Decimo sono stati rinvenuti reperti archeologici di vario tipo. Tracce sicure di nuraghe rimangono nei dintorni di Decimo, nelle campagne di Uta, Decimoputzu e Villaspeciosa.
Di rilevante importanza è il complesso monumentale di Monte Truxionis ubicato nell’isola amministrativa di Decimomannu. Esso è costituito da un nuraghe e un annesso villaggio. La torre nuragica appoggiata ad un grosso roccione naturale è posizionata in un punto particolarmente strategico.
Durante i lavori della stazione ferroviaria (1879/80) furono riportati alla luce reperti di una necropoli fenicio-punica.
Osservando Decimo attraverso i tempi è possibile dire che ha con Cagliari e molti paesi del Campidano una storia comune da raccontare, subì le stesse dominazioni straniere e le stesse crisi economiche.
Il nome del paese è di origine romana, esso infatti si trova alla decima pietra miliare sulla strada militare romana che da Cagliari portava al Sulcis. Il comparativo MAIOR gli venne dato per distinguerlo da un omonimo centro vicino, chiamato PUPUS che nel dialetto arcaico è sinonimo di PICCìU cioè minore, storpiato poi nella parlata volgare in PUTZU. Così al nostro DECIMO MAIOR si contrapponeva DECIMO PUTZU. La sua romanità è dimostrata dai numerosi ritrovamenti di vasi, statuette, sarcofaghi, esaminati dal can. G.Spano.
Ancora lo Spano ricorda che in epoca romana in “Decimo Maiore” si producevano tegole, ceramiche, coperture tombali in terracotta e pare che ad esso si riferisse Plinio quando parla della “Sarda Creta” (Spano B.A.S. n°5 anno VIII 1862, p.78). Di tale attività a Decimomannu non è rimasto nessun interprete già dagli anni ’50 periodo in cui l’ultimo artigiano figulino ha interrotto la sua produzione, mentre è rimasta fiorente nella vicina Assemini.